VERITA' E FALSITA' NELLE APPARIZIONI MARIANE E ARTICOLI SULLA BEATA VERGINE MARIA.

martedì 5 febbraio 2008

LA FEDE NEI MIRACOLI

I MIRACOLI




1. LA FEDE NEI MIRACOLI

Secondo un recente sondaggio, condotto da un’importante rivista americana, l’85% della popolazione adulta degli Stati Uniti crede nei miracoli e quasi la metà dichiara di esserne stata diretta testimone almeno in una occasione. In realtà, milioni di persone, tutti i giorni, in tutto il mondo, chiedono a Dio, ai Santi o anche ai defunti di intervenire sulla propria vita. Naturalmente esistono anche coloro che non credono ai miracoli più di quanto non credano alla befana o al principe azzurro. Per costoro i miracoli sono residui della immaginazione infantile, ma per coloro i quali ci credono, che cosa sono esattamente i miracoli?

Molto spesso il termine “miracolo” viene usato a sproposito. Si dice, ad esempio, che il portiere della squadra del cuore, evitando un goal sicuro, abbia compiuto un autentico miracolo. Si è trattato veramente di un miracolo? Sicuramente no, è semplicemente un modo di dire. In verità di frequente, nel linguaggio comune, si fa uso del termine “miracolo” per descrivere un fatto indubbiamente eccezionale, ma al quale non si può certo dare la qualifica di miracolo. Nel caso sopra citato il portiere è stato molto bravo (e forse anche un po’ fortunato), ma non ha certamente compiuto un miracolo. Facciamo un altro esempio. Vincere al Superenalotto è oggettivamente molto difficile, ma se una persona vince dobbiamo pensare al miracolo oppure ritenere che, date le regole del gioco, qualcuno ogni tanto debba pur vincere?

Spesso, quando si parla di miracoli, si fa riferimento ad eventi che non presentano necessariamente carattere religioso, ma semplicemente escono dall’ordinario al punto da essere notati e suscitare in molti meraviglia e stupore. Per il credente, invece, l’evento definito miracoloso è un messaggio, un fatto in cui scopre l’intervento di Dio in suo favore.

Una settimana dopo il terremoto un uomo viene estratto dalle macerie ancora vivo. Egli dichiara, dopo essere stato portato in salvo, di aver tanto pregato Dio il quale gli ha fatto la grazia di salvarlo. Ma tutti gli altri – ci si chiede – tutti quelli che sono morti, siamo sicuri che non abbiano pregato anche loro chiedendo a Dio di salvarli? Non lo sapremo mai, ma è certo che se si fossero salvati avrebbero dichiarato che la loro salvezza era effetto della preghiera.

C’è chi si salva perché prega, c’è chi prega e non si salva e c’è anche chi non prega e si salva lo stesso. Uscire vivo dalle macerie dopo una settimana è veramente di un miracolo? Indubbiamente per quella persona si sono messe in atto molte coincidenze fortunose, ma il suo anche in questo caso non può essere definito un miracolo. Per miracolo si deve intendere qualche cosa che supera le potenzialità ordinarie dell’uomo violando le leggi di natura. Per San Tommaso d’Aquino, ad esempio, miracolo era “tutto ciò che avviene per intervento divino scostandosi dall’ordine normale delle cose”. Quindi, nel caso della persona che è uscita indenne dalle macerie del terremoto, si sarebbe trattato di un miracolo se essa fosse uscita viva non dopo sette, ma dopo settanta o settecento giorni, perché si può sopravvivere senza bere e mangiare per sette giorni, ma non per due mesi o più. Solo in quest’ultimo caso si sarebbe trattato infatti di un evento contro natura, fuori dall’ordine normale delle cose e quindi di un autentico miracolo.



2. DIVERSI TIPI DI MIRACOLO

Potrebbe essere definito “miracolo” il realizzarsi non già di qualcosa di eccezionale, ma di normalmente impossibile. Un vero miracolo potrebbe essere ad esempio il riformarsi del braccio di una persona a cui esso sia stato amputato: penso che far ricrescere un braccio o anche solo un dito, per un Dio che è capace di ben altre prodezze, come quella di far risuscitare i morti, sarebbe un gioco da bambini. Questo gesto, oltre tutto, servirebbe per chiudere definitivamente la bocca a tutti gli scettici e i dubbiosi che non credono nelle guarigioni miracolose. Ma un evento del genere non si è mai verificato: esso avrebbe suscitato nei mass-media un clamore superiore a quello che accompagna lo scioglimento del sangue di San Gennaro.

I miracoli (dal latino mirari, “guardare con stupore”) sono presenti in quasi tutte le religioni, ma soprattutto in quella cristiana che sull’essenza del soprannaturale fonda il messaggio evangelico. Nel Nuovo Testamento sono menzionati molti miracoli compiuti da Gesù Cristo, come la moltiplicazione dei pani e dei pesci o le guarigioni degli infermi, ma il miracolo più importante è la sua stessa resurrezione.

Ora però, se un miracolo fosse effettivamente la violazione delle leggi di natura i miracoli non dovrebbero essere accettati non solo dalla scienza, ma nemmeno dalla Chiesa. La scienza non accetta tutto ciò che viola le leggi di natura semplicemente perché violare quelle leggi significherebbe sovvertire l’ordine naturale delle cose. Prendiamo ad esempio la legge in base alla quale non è possibile superare la velocità della luce. Ebbene questo limite non è raggiungibile non solo e non tanto per motivi di ordine tecnico (si tratterebbe di viaggiare a un miliardo di kilometri all’ora, una velocità diecimila volte superiore a quella massima raggiungibile attualmente), ma per ragioni molto più profonde connesse con il comportamento stesso della materia. La teoria della relatività di Einstein suggerisce un fatto che si è potuto anche sperimentare direttamente e cioè che a mano a mano che un corpo accelera, la sua massa aumenta al punto che se raggiungesse la velocità della luce la sua massa diventerebbe infinita. Ma ciò è assurdo perché per spingere un corpo di massa infinita servirebbe una forza infinita e nell’Universo non esiste né massa infinita né energia infinita, necessaria per spingere un corpo di massa infinita.

Facciamo un altro esempio. Esiste una legge di natura che afferma che l’entropia (cioè il disordine) dell’Universo aumenta sempre, qualsiasi cosa si faccia. Questo significa ad esempio che il bicchiere ha la tendenza naturale a cadere a terra e a rompersi in mille pezzi. Non può succedere invece che i frammenti di vetro si rimettano spontaneamente insieme per riformare il bicchiere e consentirgli di rioccupare intatto il suo posto sul tavolo dal quale era caduto. Se ciò avvenisse, come si vede a volte in un film girato al contrario, si tratterebbe di un autentico miracolo. Credo peraltro che nemmeno un bambino si lascerebbe ingannare dal bicchiere che ricompone i pezzi e si ripresenta integro sul tavolo, o pensi che il prestigiatore tagli veramente a metà la “vittima” volontaria del suo spettacolo per poi riattaccarne le parti.

Ma vi sono anche delle semplici constatazioni che permettono, a chi non ci crede, di considerare improbabili i miracoli. Per esempio la Madonna, che è apparsa migliaia di volte, non si è mai mostrata a chi non crede in lei. Ha anche evitato i Paesi di fede islamica come l’Arabia Saudita o l’Egitto o di fede luterana come i Paesi scandinavi mentre ha sempre prediletto Paesi a tradizione cattolica. La stessa cosa vale ovviamente anche per le altre religioni i cui miracoli si compiono solo nella propria zona di influenza.

I diffidenti nei confronti dei miracoli fanno anche considerazioni di altro tipo per rafforzare il loro scetticismo. Essi hanno notato ad esempio che la Madonna, come gli UFO, appare quasi sempre a persone semplici, di scarsa cultura o a bambinelli analfabeti, mai ad un convegno di scienziati. Constatano inoltre che i miracoli in tempi passati erano molto più frequenti di quanto non siano oggi, in cui è aumentato il numero di coloro che pretendono prove rigorose su ciò che si afferma. L’ex illusionista James Randi, ad esempio, ha promesso un premio di un milione di dollari a chi fosse in grado di rispondere ad alcune domande dimostrando quelle doti di chiaroveggenza di cui costoro si fanno vanto: nessuno si è mai presentato per reclamare il premio.

Desta sospetto anche il fatto che sui luoghi miracolosi si avvia sempre una industria redditizia legata all’evento prodigioso che diffonde benessere nella popolazione e crea tutto intorno, più che devozione, una specie di “miracolo economico”.

Ma nemmeno i credenti, a rigore di logica, dovrebbero prestare fede ai miracoli perché essendo il creato opera di un Ente perfetto è perfetto anch’esso e tale da non tollerare aggiunte, sottrazioni o cambiamenti di alcun genere. La vera grandezza di Dio sarebbe quindi quella di mantenere le leggi della natura che egli stesso ha stabilito così come sono e di non cambiare arbitrariamente il corso di ciò che proprio Lui ha organizzato con precisione assoluta. Se per caso Dio cambiasse l’ordine del mondo con un miracolo questo dovrebbe essere interpretato non come un atto di forza, ma di debolezza. Non vale nemmeno la convinzione che hanno certe persone del fatto che Dio salva solo i più buoni: in Africa muoiono bambini a migliaia tutti i giorni e sono tutti bambini buoni! La verità è che il vero credente non dovrebbe avere bisogno dei miracoli per rafforzare la sua fede, proprio come per il non credente non sono sufficienti mille miracoli per fargli cambiare idea.



3. IL MIRACOLO DIVENTA UN BUSINESS

Il credente di fede cattolica, quando parla di miracoli, spesso fa riferimento a luoghi sacri come Lourdes, Fatima, San Giovanni Rotondo, o meglio a quei santuari in cui tutti gli anni milioni di persone si recano in pellegrinaggio per chiedere protezione o guarigione dalle malattie. Lourdes è il più famoso di tutti. Qui, nel 1858, una pastorella quattordicenne analfabeta, di nome Bernadette, ebbe numerose visioni della Madonna. Nella grotta in cui sarebbero avvenute le apparizioni sgorga oggi una sorgente che i fedeli ritengono miracolosa. Dopo un’inchiesta canonica che dichiarò tali visioni veritiere, la Chiesa autorizzò il culto pubblico della Vergine di Lourdes.

La Chiesa si è sempre dimostrata molto prudente (fin troppo) nel riconoscere guarigioni miracolose e anche nel caso della località francese i miracoli riconosciuti ufficialmente sono stati pochi. Su una stima di circa 100 milioni di fedeli recatisi a Lourdes in più di 140 anni la Chiesa ha riconosciuto solo 66 guarigioni su 6000 casi esaminati. Si tratta di una percentuale veramente irrisoria (0,00007 per cento), un valore addirittura inferiore alla regressione spontanea del cancro rilevata dalla medicina ufficiale. Come è facile comprendere si tratta di un dato che pone armi ulteriori in mano agli scettici. La più evidente contraddizione delle presunte proprietà taumaturgiche dell’acqua di Lourdes viene proprio da Bernadette la quale, dopo una vita molto travagliata, morì a soli 35 anni.

Attualmente la posizione della Chiesa cattolica nei confronti dei miracoli consiste non tanto nel valutare l’effetto fisico in sé, come potrebbe essere quello di una statuina della Madonna che versa lacrime di sangue, ma le conseguenze spirituali che quell’evento produce, ovvero la conversione e la preghiera della gente. I miracoli, in altre parole, non sarebbero niente di eccezionale, ma dimostrerebbero semplicemente l’interesse e il coinvolgimento di Dio nelle vicende terrene.

Sulla stessa linea si pone un frate benedettino buon conoscitore della fisica il quale, per rispondere alle critiche di coloro che vorrebbero i miracoli come fenomeni che avvengono violando le leggi di natura, avanza l’ipotesi che Dio nel fare i miracoli in realtà non violi affatto quelle leggi, ma si serva di esse per inviare segnali all’uomo. Ad esempio, gli inusuali movimenti del Sole che accompagnarono l’apparizione della Madonna a Fatima non sarebbero stati altro che un fenomeno di rifrazione conseguente alla presenza di nubi che avrebbero formato davanti al Sole una specie di lente. Allo stesso modo le guarigioni miracolose non sarebbero qualche cosa che la scienza non è in grado di spiegare, ma semplicemente un segno, un messaggio rivolto più agli altri che al diretto interessato. In questo modo, però, i miracoli non sono più miracoli: sono atti di fede.

http://www.cosediscienza.it/varie/11_miracoli.htm

LA MADONNA DI LOURDES

http://www.vocazione.org/content-a96.htm


Madonna di Lourdes

La mattina dell'11 febbraio 1858 accadeva a Lourdes un evento destinato non solo a cambiare la storia dell'intera Cristianità. Infatti, da quel giorno la visita del Cielo alla terra, della Madre di Dio al cuore.

Da allora la parola "Lourdes" trova significato nei cuori e nelle menti di tutti i cattolici al mondo.



11 febbraio 1858: Bernadette alla Grotta

Marie Bernarde Soubirous, detta Bernadette, nacque a Lourdes il 7 gennaio 1844, da famiglia originariamente mediamente agiata, ma caduta in forte disgrazia economica e sociale, al punto che, al momento delle apparizioni, era pressoché indigente. Solo una viva e ferma fede in Dio aiutava la numerosa famiglia dei Soubirous.



La mattina dell'11 febbraio 1858 Bernadette andò con la sorella Antoinette e l'amica Jeanne Abadie a far fascine (nella speranza di poterle rivendere) nel bosco intorno al ruscello Gave, che costeggia l'abitato di Lourdes. Mentre le altre due ragazze attraversarono per prime il ruscello, Bernadette rimase indietro in quanto - gracile di salute come era - doveva stare particolarmente attenta a non cadere con i piedi nell'acqua.

Attraversato il ruscello, si trovò dinanzi alla grotta che sarà poi chiamata "Massabielle" (Rocca vecchia). All'improvviso sentì un forte vento, ma non notò alcun movimento di foglie e rami; poi il vento soffiò ancora più violentemente, ma tutto rimase immobile intorno, eccetto che all'interno della grotta, ove Bernadette - come ebbe poi a testimoniare - vide: «(...) una giovane, bianca, non più alta di me che mi salutò con un leggero inchino del capo; nello stesso tempo ella allontanò un po' dal corpo le braccia tese, aprendo le mani, come le statue della Madonna; dal suo braccio destro pendeva una corona del Rosario (...)». Bernadette impaurita iniziò a recitare il rosario, la "Giovane" lo sgranava insieme a lei, ma le sue labbra erano immobili. Così ce la descrive la veggente: «Indossava un vestito bianco lungo fino ai piedi di cui si scorgevano solo le punte. Il vestito era chiuso molto in alto attorno al collo da una guaina da cui pendeva un cordone bianco. Un velo bianco che le copriva la testa scendeva lungo le spalle e le braccia fino all'orlo del vestito. Su ogni piede vidi una rosa gialla. La cintura del vestito era azzurra, e ricadeva fin sotto le ginocchia. La corona del rosario era gialla; i grani bianchi, grossi e molto distanziati gli uni dagli altri. La giovane era viva e vera, giovanissima ed avvolta di splendore. Quando ebbi finito il mio rosario, mi salutò sorridendo. Indietreggiò nella nicchia e disparve improvvisamente».

Le altre due ragazze intanto erano tornate, e Bernadette, durante la strada del ritorno, raccontò loro quanto aveva visto Come naturale, le due giovani non seppero mantenere il segreto, cosi già la sera tutto il paese ne parlava e le opinioni in merito si dividevano

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La seconda e la terza apparizione

Domenica 14 febbraio una ventina di ragazze si avviarono con Bernadette alla grotta: questo fu il primo pellegrinaggio di Lourdes della storia!

Bernadette cadde in estasi dinanzi alle amiche (che la credevano morta), mentre alla terza apparizione, giovedì 18 febbraio, la Signora parlò per la prima volta' "(...) Volete farmi il favore di venire qui per quindici giorni?" - «Con il permesso dei miei genitori verrò" - "lo non prometto di rendervi felice in questo mondo, ma nell'altro"; dette queste parole, che costituirono per Bernadette la prima rivelazione del triste destino che le spettava in questa vita, ma anche la certezza morale della conquista della felicità eterna, la Signora disparve elevandosi al Cielo.



Le successive apparizioni e le reazioni delle autorità
Nelle successive apparizioni, avvenute per la maggior parte quasi quotidianamente, la Signora rivelò a Bernadette tre segreti ed una preghiera, che mai la veggente volle rivelare. Alla sesta, il 21 febbraio, con Bernadette scesero alla Grotta centinaia di persone, erano le prime ''folle" di fedeli. Il giorno 24 la Signora fu molto esplicita, dando questo ordine alla veggente. "Penitenza, penitenza, penitenza. La richiesta passò di bocca in bocca, e si cominciò subito ad esaudire la volontà del Cielo.

Tutto ciò iniziò a preoccupare seriamente la polizia e le autorità, non tanto per l'ordine pubblico (non accadde mai il benché minimo disordine), quanto soprattutto per il dilagare della fede popolare. Non dobbiamo dimenticare che ci troviamo nella Francia bonapartista e positivista di metà Ottocento, nella patria della Rivoluzione anticristiana e dell'incredulità.

Il commissario, il Procuratore imperiale, nei mesi successivi anche il prefetto, e vari altri notabili, cominciarono ad interrogare la veggente e a minacciarla, al fine di estorcere il nome dei presunti complici dell'"inganno". Ma rimasero sempre delusi e meravigliati, per la semplicità delle sue risposte, per l'onestà del suo viso e del suo comportamento, per la costante povertà che seppe mantenere nonostante le continue profferte di denaro, puntualmente rifiutate.

Anche nei mesi successivi, specie quando inizieranno i primi miracoli, si tentò di tutto per far recedere la veggente, fino a chiudere momentaneamente la grotta. Non servì a nulla. Come testimoniano tutti gli interrogatori, Bernadette riuscì sempre "vittoriosa" nella sua spontanea veridicità.

Fino alla resa dinanzi all'evidenza e al trionfo della fede pubblica. Il momento di svolta fu naturalmente il disvelamento della fonte miracolosa.



La fonte miracolosa.

La nona apparizione, II giovedì 25, segnò l'inizio della concreta misericordia divina a Lourdes: "La Signora mi disse: "andate a bere alla fontana ed a lavarvi"- Non vedendo alcuna fontana andavo a bere al Gave. Mi disse che non era là. Mi fece segno con il dito mostrandomi la fonte. Vi andai e vidi solo un po' di acqua sporca; vi portai la mano, ma non potei prenderne, raspai e l'acqua venne, ma torbida. Per tre volte t'ho dovuta buttar via: alla quarta potei berne".

Sotto la grotta di Massabielle esisteva una sorgente la cui presenza non era segnalata da nulla in precedenza. Come afferma Francois Trochu: «Ciò significa - oggi che la cosa è stata provata lo si può affermare senza timore di sbagliare che dalla fessura rocciosa da cui zampillava, la sorgente è salita in modo umanamente inspiegabile attraverso pietre, sabbia e ghiaia fino alla fragile mano dell'estatica».

Come è noto, Bernadette quella mattina fu presa per matta e derisa da tutti, anche perché la Vergine, proprio al fine di dare inizio alle sue penitenze, le aveva ordinato di mangiare l'erba della grotta (in seguito, le chiederà di «baciare la terra, in penitenza per i peccatori»). Eppure, nei giorni seguenti l'afflusso dei pellegrini alla grotta non diminuì, anzi.

Sabato 27 la Signora disse: «Andate a dire ai preti di fare edificare qui una cappella». Bernadette corre dal parroco, Don Peyramale, il quale però non le crede (o almeno recita questa parte) e la tratta male. Anzi, le dice di chiedere a questa "Signora" un miracolo "di prova" (come se già la sorgente non bastasse): di far fiorire un fioraio in febbraio dinanzi alla grotta.

Peggiore fu la sua reazione martedì 2 marzo, quando Bernadette gli comunicò che la signora aveva chiesto che si facesse una processione alla grotta; ma il grande momento si stava avvicinando.



Giovedì 25 marzo 1858
Era dal quattro marzo che la veggente non si recava alla grotta; ma la mattina della festa dell'Incarnazione del Verbo una forza irresistibile l'attirò a Massabielle. Questa volta, dinanzi alla Signora, si fece coraggio, e le chiese con fermezza per ben tre volte, stando in piedi, di rivelare il suo nome: «Signora, volete avere la bontà di dirmi chi siete?». Alla terza, la Signora rispose: aprì le braccia che fino ad allora aveva sempre tenuto giunte, le abbassò come riprodotto nell'immagine della Medaglia Miracolosa lasciando scivolare verso la mano la sua corona di alabastro e d'oro e infine, con gli occhi al Cielo, disse: « Io sono l'Immacolata Concezione».

Sparì sorridendo.

Bernadette corse subito dal parroco e gli rivelò quel nome per lei del tutto incomprensibile; Peyramale al suo solito trattò freddamente la veggente, ma questa volta non per incredulità, bensì per la ragione opposta! Il suo cuore, la sua anima, stavano per crollare dall'emozione.

Aveva ormai capito... Come testimoniò per il Processo Apostolico di Tarbes, alle parole "Qué soy éra Immaculada Councepciou" «ne sono stato talmente scosso che mi sono sentito vacillare e sul punto di cadere».

Da questo momento tutto cambia, con l'adesione del clero locale alle apparizioni. Anticlericali e massoni minacciarono di voler rinchiudere la piccola in ospedale, e il prefetto era d'accordo, ma non poté farlo, per il semplice motivo che mancavano reato e prova di follia o malattia. Dopo tali eventi, anche la loro speranza nella ritrosia del clero dovette venire meno. In più, si diffondevano le voci sui primi miracoli. Giunsero vari medici ed esperti per giudicare le guarigioni, ma dovettero sempre constatarne l'inspiegabilità scientifica.

Inoltre, alla penultima apparizione del 7 aprile, avvenne il miracolo pubblico - dinanzi a migliaia di persone - di Bernadette che in estasi tiene il cero con la mano dalla parte della fiamma per almeno venti minuti, senza bruciarsi. Accanto a lei v'era il Dott. Dozous che le misurava sbigottito il battito cardiaco, che risultò normale!

La diciottesima ed ultima apparizione avvenne il 16 luglio, giorno della Ss.ma Vergine del Carmelo; non accadde nulla di speciale: fu l'addio. Ma ormai qualcosa era cambiato per sempre.

Negli anni successivi Bernadette si avviò alla vita religiosa. Secondo le sue indicazioni, si realizzò la statua della Vergine (che non piacque alla veggente) che venne posta nel luogo preciso delle apparizioni il 4 aprile 1864. Furono poi iniziati i lavori della Chiesa, come aveva chiesto la Vergine, la cui cripta fu solennemente inaugurata il 21 maggio 1866 alla presenza di Bernadette; la Basilica dell'Immacolata Concezione venne inaugurata il 15 agosto 1871.

Gli anni successivi di Bernadette sono solo dolore, preghiera e penitenza. Come scrisse in una lettera a Pio IX, «Da molto io sono zuava, benché indegna, di Vostra Santità; le mie armi sono la preghiera e il sacrificio».

L'8 dicembre 1933, anno giubilare della Chiesa Cattolica, Bernadette, morta a Nevers il 16 aprile 1879, è canonizzata in San Pietro.