VERITA' E FALSITA' NELLE APPARIZIONI MARIANE E ARTICOLI SULLA BEATA VERGINE MARIA.

martedì 23 aprile 2019

AVVENTO 22: DAVVERO LE PROFEZIE MESSIANICHE SI SONO AVVERATE IN GESU'

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Mentre ci prepariamo per la festa della Natività del Nostro Divin Salvatore Gesù Cristo, la nostra Santa Madre, la Chiesa Cattolica, 
ci ispira nella Sacra Liturgia dell’Avvento con passi tratti dal Vecchio Testamento, specialmente dal Profeta Isaia, che predissero la venuta del Messia.
Quando studiamo le profezie del Vecchio Testamento circa il Messia, ci appare la bella armonia tra il Vecchio ed il Nuovo Testamento. 
Nel Vecchio Testamento, si trovano predette le promesse di Dio, mentre nel Nuovo Testamento si trovano realizzate.
Per prepararci proficuamente per il S. Natale, consideriamo alcune delle profezie del Vecchio Testamento per vedere il loro compimento nel nostro beneamato Salvatore Gesù Cristo.
Centinaia d’anni prima della venuta di Cristo, il Profeta Isaia parlò della concezione e nascita del Messia:
“Ecco, la Vergine concepirà e darà alla luce un figlio: e il Suo Nome sarà Emanuele [Dio con noi]” (Isaia 7:14).
Queste parole di Isaia furono ripetute quasi esattamente dall’Arcangelo Gabriele quando annunciò alla Beata Vergine Maria:
“Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai nel tuo seno e darai alla luce un figlio...” (Luca 1:30-31).
“Non ci può essere errore circa questo Figlio di cui parlò Isaia; il Messia che sarebbe nato era “Iddio Onnipotente, il Padre del secolo venturo, il Principe della Pace” (Isaia 9:6).
Questa profezia una volta di più si armonizza meravigliosamente con le parole dell’Arcangelo Gabriele alla Vergine Maria:
“E gli darai nome Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato il Figlio dell’Altissimo” (Luca 1:31-32).
La profezia di Isaia si accorda anche con i versetti iniziali del Vangelo di S. Giovanni, in cui l’Evangelista comincia pieno di forza con queste divine verità:
“Al principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio... e il Verbo si fece carne...” (Giovanni 1:1,14).
Da questi passi scritturistici di entrambi il Vecchio ed il Nuovo Testamento troviamo chiaramente manifestate le dottrine della Divinità di Cristo, dell’Incarnazione, e della Divina Maternità della Beata Vergine Maria.
Durante questo tempo liturgico di Avvento, mentre ci prepariamo per la festa del S. Natale, la dottrina dell’Incarnazione dovrebbe essere uno speciale oggetto di considerazione e meditazione. Con Incarnazione intendiamo che Gesù Cristo, il Figlio di Dio, la Seconda Persona della SS. Trinità, assunse la natura umana — cioé, un corpo e un’anima come noi (come scrisse S. Paolo: “Fu simile a noi in ogni cosa eccetto il peccato” ). Egli è una Persona Divina con due nature — la divina e l’umana. Perciò Maria, come Madre di Gesù Cristo, ha diritto al titolo di Madre di Dio.
Queste considerazioni dovrebbero aiutarci a meglio apprezzare il significato del Natale, ovvero che Dio ha così amato il mondo, che Dio ci ha così amati, da inviare il Suo Figlio unigenito.
I molti riferimenti e prefigurazioni del Messia che si trovano nel Vecchio Testamento soltanto confermano quanto Dio Padre amò il genere umano e l’abbia provato rinnovando frequentemente la Sua promessa di inviare il Messia. La primissima promessa che Dio fece del Messia fu fatta nel Giardino dell’Eden [rivolgendosi al serpente] dopo che i nostri progenitori ebbero commesso il peccato originale:
“Porrò inimicizia tra te e la Donna, e il tuo seme ed il seme di Lei: essa ti schiaccerà il capo, e tu attenterai al suo calcagno” (Genesi 3:15).
Il Profeta Michea predisse il luogo di nascita del Messia:
“Tu, o Betlemme Efrata, sei piccola tra le migliaia di Giuda: ma da te mi sorgerà Colui che sarà Dominatore in Israele: e il Suo procedere è dall’inizio, dai giorni dell’eternità” (Michea 5:2).
Il Profeta Isaia predisse la venuta dei Magi per adorare il neonato Messia e identificò perfino i doni che essi avrebbero offerto:
“Sorgi, splendi, o Gerusalemme: perchè è giunta la tua luce, e la gloria del Signore è sorta su di te... E le genti cammineranno alla tua luce,
 e i re allo splendore che sorgerà da te.... Una moltitudine di cammelli ti coprirà, i dromedari di Madian ed Efa.
 Tutti quelli di Saba verranno, portando oro e incenso e dando lode al Signore” (Isaia 60:1-6).
Questa profezia è anche sostenuta da un passo dei Salmi:
“I re di Tarsis e delle isole offriranno regali: i re dell’Arabia e di Saba porteranno doni” (Salmo 71:10).
Leggiamo nel Profeta Geremia che al tempo della nascita del Messia molti bambini saranno messi a morte, ciò che fu fatto dal massacro dei Santi Innocenti del Re Erode:
“Sulle alture si udì una voce di lamento, di pianto e di lacrime, la voce di Rachele che piange per i suoi figli, che rifiuta d’esser confortata perchè essi non sono più” (Geremia 31:15).
Rachele rappresenta qui il popolo ebreo. Essa morì a Betlemme e fu ivi sepolta (Genesi 35:19).
Dal Profeta Osea impariamo che fu predetta la fuga in Egitto del Messia, e il suo successivo ritorno (Osea 11:11).
Vi furono così tante dettagliate profezie riguardo al Messia che si compirono perfettamente con Gesù Cristo, che sarebbe estremamente difficile elencarle tutte adeguatamente.
 Nondimeno, le seguenti profezie sono alcune fra le più notevoli.
“Il Messia sarebbe stato un grande operatore di miracoli. Alcuni di questi miracoli erano che “si apriranno gli occhi dei ciechi e le orecchie dei sordi si schiuderanno..
.... lo zoppo salterà come il cervo, e la lingua del muto si scioglierà” (Isaia 35:5-6).
Il Messia doveva entrare a Gerusalemme cavalcando un asino (Zaccaria 9:9). Doveva venir venduto per trenta monete d’argento (Zaccaria 11:12-13). 
Doveva venir tradito da uno che avrebbe mangiato alla stessa tavola con Lui (Salmo 40:10). I suoi discepoli l’avrebbero abbandonato al momento della sua Passione (Zaccaria 13:7).
 Sarebbe stato schernito (Salmo 21:7), battuto, gli avrebbero sputato addosso (Isaia 50:6), lo avrebbero flagellato (Salmo 72:14), coronato di spine (Cantico dei Cantici 3:11),
 e gli avrebbero dato da bere fiele e aceto (Salmo 68:22). Si sarebbero spartiti le sue vesti tirandole a sorte (Salmo 21:19). Le Sue mani e i Suoi piedi sarebbero stati trafitti da chiodi (Salmo 21:17). Avrebbe dovuto morire tra i malfattori (Isaia 53:9). Sarebbe stato paziente come un agnello nelle Sue sofferenze (Isaia 53:7), e avrebbe pregato per i suoi nemici (Isaia 53:12). Sarebbe morto volontariamente e per i nostri peccati (Isaia 53:4-7).
Ed un ricco avrebbe provveduto alla sua sepoltura (Isaia 53:9), e il suo Sepolcro sarebbe stato glorioso (Isaia 11:10). Il suo Corpo non avrebbe subito la corruzione (Salmo 40:10).
 Doveva ritornare al Cielo (Salmo 67:34), e doveva sedere alla destra di Dio (Salmo 109:1). La sua dottrina si sarebbe diffusa da Gerusalemme e dal Monte Sion per tutto il mondo (Gioele 2:28; Isaia 2:3). In ogni luogo attraverso il mondo sarebbe stata offerta al Suo Nome una “oblazione pura” (la S. Messa) (Malachia 1:11).
Tenuto conto di come meravigliosamente dettagliate siano queste profezie del Messia, è invero terribile considerare la verità delle parole di S. Giovanni:
“In Lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini... Egli era nel mondo e il mondo fu creato per mezzo di Lui, ma il mondo non lo conobbe.
 Venne a casa sua, e i suoi non lo ricevettero” (Giovanni. 1:4, 10-11).
In quella prima notte di Natale, quando Gesù nacque nella povertà e oscurità di una stalla, i suoi primi adoratori furono solo dei semplici pastori. 
Quando i Magi vennero dall’oriente e domandarono del “neonato Re dei Giudei,” leggiamo nel Vangelo di S. Matteo che Re Erode e tutti quanti a Gerusalemme furono assai stupiti.
 Non sapevano neppure che il Messia era nato! I Magi, gentili dell’oriente, cooperarono con la grazia di Dio e vennero a sapere del Messia, mentre la maggior parte degli Israeliti,
 il Popolo Eletto di Dio, specialmente quelli della città santa di Gerusalemme, non sapevano nulla della sua nascita.
E S. Giovanni continua:
“Ma a quanti lo ricevettero, a coloro che credono nel Suo Nome, diede il potere di diventare figli di Dio” (Giovanni 1:12).
Durante questo Avvento, meditiamo i passi del Vecchio e del Nuovo Testamento che la nostra Santa Madre la Chiesa Cattolica ci presenta,
 così che in questo Natale possiamo venire rafforzati nell’amore e nella fede nel nostro Divin Salvatore Gesù Cristo ed essere perciò “i figli di Dio... che credono nel Suo Nome.”
Possiate voi tutti, fedeli cattolici, trascorrere un Natale santo e pieno di grazie!
In Christo Jesu et Maria Immaculata,
+ Mark A. Pivarunas, CMRI
Dicembre 1996
http://www.cmri.org/ital-96prog9-3.html?fbclid=IwAR1qPfzUa-c9YzwewPRA8pN0684djTMsEu5akhVr1NOI99rajrGtcVMlpzo

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