VERITA' E FALSITA' NELLE APPARIZIONI MARIANE E ARTICOLI SULLA BEATA VERGINE MARIA.

martedì 23 aprile 2019

LA PROFEZIA DI SIMEONE ALLA BEATA VERGINE MARIA

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Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, se­gno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima» (Lc 2, 34-35).


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La Beata Vergine Maria, dal momento che riceve la profezia di Simeone, 
fino alla risurrezione di Gesù,
 avrà questa spada che le trafigge l'anima continuamente,
 sapendo che a Gesù accadranno cose terribili,
anche se Gesù è il Figlio di Dio e il Messia atteso,
 dovrà bere un calice amaro, 
e lei pure lo beve insieme a Lui.

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Affinché la devozione ai dolori di Ma­ria si radichi nel nostro cuore, conside­riamo una ad una 
le spade che trafissero il Cuore Immacolato della Vergine.
I Profeti avevano descritta la vita di Gesù in tutti i particolari, specialmente iella Passione. 
La Madonna, che cono­;ceva le profezie, accettando di divenire Madre dell'Uomo dei dolori,
 sapeva be­ne a quante sofferenze- sarebbe andata incontro.
È cosa provvidenziale non conoscere le croci che Dio ci riserva nel corso della vita;
 la nostra debolezza è tale che resterebbe schiacciata al pensiero di tutte le tribolazioni future. 
Maria Santissima, af­finché soffrisse e meritasse di più, ebbe una conoscenza dettagliata
 delle pene di Gesù, che sarebbero state anche pene sue.
 Per tutta la vita portò in pace nel cuore la sua amarezza amarissima.
Presentando Gesù Bambino al Tem­pio, senti dirsi dal vecchio Simeone: 
« Questo Bambino è posto in segno di contraddizione ... 
Ed una spada trapas­serà la tua stessa anima » (S. Luca, II, 34).

Ed invero, il cuore della Vergine senti sempre la trafittura di questa spada. 
A­mava senza limiti Gesù e si doleva che un giorno sarebbe stato perseguitato,
 chia­mato bestemmiatore ed indemoniato, sa­rebbe stato condannato innocentemente e poi ucciso.
 Dal suo Cuore materno non si allontanava tale visione dolorosa e poteva dire:
 Il mio diletto Gesù è per me un mazzetto di mirra!
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Scrive il Padre Engelgrave essere sta­ta rilevata a Santa Brigida questa soffe­renza.
 La Vergine disse: Nutrendo il mio Gesù, io pensavo al fiele ed all'aceto che i nemici 
gli avrebbero dato sul Calvario; rivolgendolo nelle fasce, il mio pensiero andava alle corde,
 con le quali sarebbe stato legato come un malfattore; quando lo contemplavo addormentato, 
me lo figu­ravo morto; quando miravo quelle sue sacre mani ed i piedi,
 pensavo ai chiodi che l'avrebbero trafitto ed ' allora i miei occhi si riempivano 
di lacrime ed il mio Cuore era straziato dal dolore. 
Anche noi abbiamo ed avremo nella vita la nostra tribolazione; non sarà la spada acuta della Madonna,
 ma certo per ogni anima la propria croce è sem­pre pesante. 
Imitiamo nella sofferenza la Vergine e portiamo in pace la nostra amarezza.
A che giova dirsi devoti della Ma­donna, se nel dolore non ci si sforza a rassegnarsi ai voleri di Dio? 
Non si dica mai quando si soffre: Questa sofferenza e troppa; supera le mie forze! 
Il dire così è una mancanza di fiducia in Dio ed un affronto alla sua bontà e sapien­za infinita.
Gli uomini conoscono i pesi che i loro giumenti possono portare e non danno ad essi
 un peso più forte, per non aggra­varli. Il vasaio sa quanto tempo la sua creta deve rimanere nel forno, 
per essere cotta al grado di calore che la renda pronta agli usi; non ve la lascia né più né meno.
Bisogna non aver riflettuto mai per osare dire che Dio, Sapienza infinita e che ama di amore infinito, 
possa caricare le spalle delle sue creature di un fardello troppo pesante e possa lasciare più a lungo di quanto occorra nel fuoco della tribolazione.


Sul Calvario, mentre si compiva il grande sacrificio di Gesù, si potevano mi­rare due vittime:
 il Figlio, che sacrifica­va il corpo con la morte, e la Madre Ma­ria, che sacrificava l'anima 
con la com­passione. Il Cuore della Vergine era il riflesso dei dolori di Gesù.
D'ordinario la madre sente le soffe­renze dei figli più delle proprie. 
Quanto dovette soffrire la Madonna a vedere morire Gesù in Croce! 
Dice San Bona­ventura che tutte quelle piaghe ch'erano sparse sul corpo di Gesù, 
erano nello stesso tempo tutte unite nel Cuore di Maria. 
- Più si ama una persona e più si soffre nel vederla soffrire.
 L'àmore che la Vergine nutriva per Gesù era smisu­rato;
 lo amava di amore soprannatu­rale come suo Dio e di amore naturale come suo Figlio; 
ed avendo un Cuore delicatissimo, soffrì tanto da meritare il titolo di Addolorata e di Regina dei Martiri.
Il Profeta Geremia, tanti secoli pri­ma, la contemplò in visione ai piedi del Cristo morente e disse:
 « A che ti para­gonerò o a chi ti somiglierò, figlia di Ge­rusalemme? ... 
La tua amarezza infatti è grande come il mare. Chi ti potrà consolare? » (Geremia, Lam. II, 13).
 E lo stesso Profeta pone in bocca alla Ver­gine Addolorata queste parole: 
« O voi tutti che passate per la via, fermatevi e vedete se c'è dolore simile al mio! » (Geremia, I, 12).
Dice Sant'Alberto Magno: Come noi ' siamo obbligati a Gesù per la sua Passio­ne 
sofferta per nostro amore, così pure siamo obbligati a Maria per il martirio che ebbe nella
 morte di Gesù per la no­stra eterna salute. 

La nostra riconoscenza verso la Ma­donna sia almeno questa: meditare e compatire i suoi dolori.
Gesù rivelò alla Beata Veronica da Binasco che molto si compiace nel vede­re 
compatita la Madre sua, perché gli sono care le lacrime che Ella sparse sul Calvario.

La stessa Vergine si dolse con Santa Brigida che sono molto pochi coloro che
 la compatiscono e la maggior parte di­mentica i suoi dolori; onde le raccoman­dò 
tanto di aver memoria delle sue pene.

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A CURA DI MARIA DI NAZARETH SEMPRE BEATA


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